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Corsi professionali - Logoterapia
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Indice degli argomenti:
Che cos'è la Logoterapia?
La teoria della coscienza

Casi clinici:
Oltre il dolore (clicca per leggere l'articolo)




Che cos'è la Logoterapia?
Viktore E. Frankl diceva che: "L'uomo è un essere alla ricerca del senso della propria vita, e finché egli non realizza questo senso dell'esistenza, non riceverà mai in dono la realizzazione di sé, delle sue possibilità e, con ciò la gioia, il realismo, la pace persino in mezzo al dolore, alla inevitabile sofferenza del nostro essere-qui relativo e temporale".

Di fatto "Logos" significa "Significato". La Logoterapia "cura" per mezzo del significato e si fonda sui concetti di "libertà della volontà, volontà di significato e significato della vita".

La Logoterapia si interessa delle mete e dei fini della vita e accentua come elementi fondamentali la libertà e la responsabilità dell'individuo.
L'uomo - dice ancora Frankl - non vive di solo pane, vive da uomo, vive di parola, di amore, di senso della realtà. Il senso delle cose è il pane di cui l'uomo si nutre.
La Logoterapia si impone in quanto terapia di aiuto esistenziale preposto alla stimolazione del logos (ricerca del significato) per aiutare le persone ad integrarsi nella realtà della vita in modo significativo.
Si può dire, continua l'autore, che gli istinti vengono trasmessi attraverso i geni e i valori tramite le tradizioni, ma quanto ai significati, dal momento che sono unici, essi sono oggetto di scoperta personale attraverso le esperienze della vita. Ogni esperienza vissuta diventa, quindi, significativa solo se integrata in un significato. Molte persone ritengono più giusto "porre delle domande che dare le risposte". Il significato della vita non viene in alcun modo conferito o dato: viene solo scoperto. Solo l'apertura al significato e al valore consente all'uomo di orientare la propria intenzionalità nel proprio progetto di vita.

Ma cos'è un valore e che cosa è un significato. L'amore ad esempio è un valore, l'amore verso un'altra persona acquista un significato.
Frankl, ad esempio, parla di valori creativi, valori contemplativi e valori di atteggiamento e assegna a quest''ultimo un valore assoluto poiché induce l'individuo ad andare oltre se stesso dirigendosi verso un "IO tu" e un "IO noi". L'amore verso gli altri è considerato dall'autore, un valore di atteggiamento.

Marcel Gabriel, a questo proposito afferma: "Amare vuol dire donare alla persona amata la possibilità di creare, di inventare, di dischiudere il proprio poter essere". L'amore intuisce, scorge qualcosa che non esiste ancora. L'amore, dunque, schiude un "poter- essere".

Albert Einstein ci lascia questa riflessione: "L'uomo che considera la sua vita come priva di significato, non è semplicemente un infelice ma uno che difficilmente si adatta a vivere".

Frankl: "Al giorno d'oggi un numero sempre maggiore di individui dispone di risorse per vivere, ma non di un significato per vivere". La sintomatologia del "vuoto esistenziale" può generare depressione e indurre l'individuo verso comportamenti quali la tossicodipendenza, l'alcolismo, ecc.
Un terapeuta non può dire ad un paziente che cosa è un significato ma può almeno dimostrare che nella vita esiste un significato accessibile ad ogni uomo.

Magda B. Arnold ci ha lasciato scritto che: "tutte le scelte hanno una loro causa, ma esse sono causate da colui che sceglie".

Questo concetto era già stato sviluppato anche nell'antica Grecia. Infatti, Epitteto scriveva: "Non le cose inquietano gli uomini, ma la loro opinione delle cose. Dunque se incontriamo difficoltà, se ci perdiamo nell'inquietudine e nell'affanno, allora giammai si voglia dare la colpa agli altri, ma solo a noi stessi".

La medicina psicosomatica, inoltre, ci dice che la situazione immunitaria dipende in buona parte dalla situazione emotiva, e la situazione emotiva dipende sostanzialmente dalla realizzazione di senso interiore di una persona teso verso la libertà di significato. Le malattie non si possono far risalire solo a cause esterne (virus, bacilli, ecc.) ma sono anche in relazione con biofattori interni rappresentano raffinati sensori del relativo stato d'animo di una persona.
Frankl dice che "la consapevolezza di servire ancora un compito ha l'effetto di prolungare la vita e prevenire le malattie. E' necessario per l'individuo mantenere in atto la sensazione di esistere per qualcuno o per qualcosa". Prendiamo ad esempio il mondo del volontariato. Medici ed operatori che partono nei Paesi in via di sviluppo con l'intento di salvare vite umane, convinti dell'importanza del loro impegno, sono in grado di lavorare per anni in condizioni difficilissime, nella foresta, persino nelle colonie dei lebbrosi, senza mai ammalarsi. Così come, un lavoro vissuto in maniera non significativa e frustrante, pur essendo comodo, danneggia la salute del lavoratore.




La teoria della coscienza
La coscienza, dice sempre Frankl, si può definire come la capacità intuitiva di scoprire il significato unico e singolare nascosto in ogni situazione della vita. Il significato, presuppone una certa responsabilità della coscienza. Ovvero, "l'uomo è guidato dalla sua ricerca di significato dalla sua coscienza". "Dietro la paura della morte - ad esempio - si cela la paura della coscienza, cioè la preoccupazione per la qualità ed il valore di ciò che finisce". Gli stati d'animo sono transitori, le libere scelte, fatte con coscienza, come ad esempio l'amore e la dedizione per una persona, sopravvive nel ricordo di quest'ultima alla sua stessa morte.
Non solo - dice ancora Frankl - la consapevolezza, dunque la coscienza, di servire a qualcuno, di avere un compito da assolvere, ha l'effetto di prolungare la vita e prevenire le malattie. E' necessaria, dunque, per l'individuo la consapevolezza di esistere non solo per se stesso ma anche per qualcosa o per qualcuno che ama. Ci troviamo di fronte alla "volontà di significato", ovvero, alla scelta di un "libero arbitrio" rispetto ai modelli o i condizionamenti ricevuti.
Nella maggior parte delle malattie e dei conflitti psichici le persone non sono in armonia con se stesse e si sentono come defraudate di quella volontà che induce alla scelta di significati da dare alla propria esistenza. Il tossicomane, ad esempio, può scegliere tra la volontà di ricorrere alla sostanza e la volontà di rinuncia per conseguire un significato ben più elevato. Un soggetto fobico, ad esempio, può ricorrere alla volontà di significato di fronte alla possibilità di salvare una vita umana.
La "felicità" e l'equilibrio si troveranno nel momento in cui orientiamo le nostre energie alla scoperta di un senso, un significato da dare alla nostra esistenza. Una persona 'sana' in crisi si può ammalare. Una persona 'malata' che non entra in crisi guarisce più rapidamente.



La suggestione
Scrive Pitres della scuola di Nancy: "Se la medicazione suggestiva non fa del bene, essa non può fare del male; in tutti i malati, anche organici, vi sono dei disturbi funzionali che possono essere rimossi assai bene con l'ipnosi".

- E. Coué (1857-1926) ribadisce tre punti fondamentali per quanto concerne l'ipnosi e le suggestioni ipnotiche:
La suggestione non agisce sulla volontà, ma sull'immaginazione, che è l'elemento dominante del sub-conscio, il quale, a sua volta, influisce su tutte le funzioni del nostro organismo. La volontà rimane nell'ombra, a meno ché non si ponga al servizio dell'immaginazione.

In merito a queste affermazione Coué ci da le seguenti leggi:
- quando la volontà e l'immaginazione sono in conflitto, vince sempre l'immaginazione, senza alcuna eccezione; - quando la volontà e l'immaginazione si trovano d'accordo, l'una non si aggiunge all'altra, ma si moltiplica con l'altra; - L'immaginazione può essere educata. - Per Couè l'inconscio corrisponde all'immaginazione. L'ipnotismo, dunque, deve definirsi "influenza dell'immaginazione sull'essere morale e sull'essere fisico dell'uomo". L'ipnosi non si fonda sulla volontà dell'ipnotizzatore, quanto sul "rilasciamento" dell'ipnotizzato e sul modo con cui egli elabora le suggestioni ricevute.
- La suggestione agisce solo in quanto può produrre autosuggestione, la quale per essere operante deve agire allo stato cosciente. - Per Coué il soggetto ha coscienza di comandare al suo inconscio. Ovvero, la suggestione indotta dall'operatore al soggetto deve venire continuata per proprio conto da questi; sempre, s'intende, che sia in grado di farlo.
- Di fatto si devono scartare due categorie di persone: i deficienti, e quelli che non vogliono capire.
- Agendo sull'immaginazione si possono guarire organi ammalati mediante un'autosuggestione ripetuta, fondata su idee di benessere. Oggi infatti si parla di psicoimmunologia facilitata dallo stato ipnotico.
- E' sempre Couè che afferma. Il paziente deve dire: "Ogni giorno, sotto tutti gli aspetti, io vado di bene in meglio". Recitando le stesse parole con profonda convinzione al mattino e alla sera, per venti volte, l'inconscio riceverebbe il comando e lo distribuirebbe là dove occorre, senza che la coscienza avverta nulla.
(Franco Granone, Trattato di Ipnosi, 1° cap., pag. 16)



Interpretazioni Fisiologiche
Questo indirizzo, afferma F. Granone, può considerarsi iniziato con l'avvento di Pavlov e delle sue teorie sui riflessi condizionati. Nel 1927 con le lezioni sull'attività degli emisferi cerebrali e nel 1932 con la fisiologia dello stato ipnotico del cane, Pavlov da la sua interpretazione fisiologica dell'ipnosi.

- Pavlov da un'interpretazione fisiologica dell'ipnosi. "la parola sarebbe lo stimolo di riflessi condizionati fisiologici. La suggestione sarebbe un tipico riflesso condizionato e non c'è alcuna funzione che non possa essere facilitata, inibita o cambiate mediante mezzi verbali. L'ipnosi sorgerebbe per un fenomeno di diffusione di una inibizione interna, partente da una determinata zona cerebrale particolarmente stimolata da un agente suscitatore di riflessi condizionati.
- Das ha interpretato l'ipnosi come uno stato di inibizione corticale parziale, condizionata.
- Bennet, Sidi, Hart, Eysenck, sempre seguendo la teoria neurofisiologica dell'ipnosi, pensano che questa possa essere causata da cambiamenti fisico-chimici cerebrali.

Gianpiero Mosconi definisce l'ipnosi come uno stato di coscienza modificata, cioè come uno dei momenti diversi in cui si trova la nostra coscienza. Es. esiste uno stato di veglia ordinaria, quello che sto pensando in questo momento. Esiste anche lo stato del sonno, nel quale la coscienza è staccata dalla realtà esterna, e quello del sogno nel quale vi sono produzioni di immagini e di azioni e ognuno di questi stati ha nel cervello dei centri specializzati che li provocano.
L'ipnosi non è sonno ma, in qualche modo, siamo in uno stato simile al sonno (siamo abbandonati, rilassati, ecc.). Al termine della seduta, in genere, la persona che è stata ipnotizzata, riferisce di aver seguito ciò che il terapeuta le diceva a tratti discontinui, come se fosse addormentata.



Quali sono i risultati dell'ipnosi?
Aiutare l'individuo ad utilizzare al meglio le proprie risorse interiori attraverso la ristrutturazione e il rinforzo dell'IO. Il paziente trova dentro di sé il desiderio e la forza di usare le sue potenzialità, i suoi talenti, dai quali alcune circostanze della sua esistenza lo avevano tenuto lontano, impedendogli di usarli.
Paracelo, medico e filosofo, più di cinquecento anni fa disse che "come un uomo immagina di essere, così sarà poiché egli è ciò che immagina di essere".
G. Mosconi, Questa è l'ipnosi, Storia, tecniche e successi di una terapia tutta da scoprire, Ed. Mef, pag. 91-93.

Che cosa meglio della dimostrazione pratica può darci un'idea di che cosa sia l'ipnosi. I casi clinici che seguono, tre per l'esattezza, hanno avuto una risoluzione rapida come solo l'ipnosi può dare, anche se questo non è stato l'unico strumento terapeutico adottato dal terapeuta.
Senza dilungarci oltre, entriamo nello specifico della tecnica e del suo valore terapeutico.



Dott.sa Francesca Ceccherini